Giorno 5 – Mitchelstown Caves ed il Castello di Blarney

Strano a dirsi, anche la colazione del quinto giorno in Irlanda è molto abbondante. John non smentisce le sue doti da cuoco elencate la sera prima, anzi. Ci stupisce con una full irish breakfast, un succo di mela di una fattoria dei dintorni e del Soda bread (pane irlandese che al posto del lievito richiede il bicarbonato, n.d.r.) fatto in casa.

Lasciamo la casa di John e Brenda e ci dirigiamo verso la caverna di Mitchelstown. Le Mitchelstown caves richiamano per le sue origini, la storia della Dunmore Cave. Anche qui l’attività erosiva delle piogge acide e la forza dell’acqua ha portato alla formazione di ampie camere decorate ed impreziosite da stalattiti e stalagmiti. Ciò che però differenzia questa grotta dalla precedente, è stato il diverso approccio di coloro che se ne occupano. Mentre per le Dunmore Cave è stato creato un centro di accoglienza dove fare i biglietti e attendere l’inizio del giro all’interno di una stanza adibita ad esposizione, per le Mitchelstown Caves non vedrete nulla di questo. La caverna è difatti gestita dagli eredi di colui che l’ha scoperta, e loro hanno deciso di mantenere il volere dell’esploratore di lasciarla così: semplice, selvaggia, per intenditori. Per vedere queste grotte, si entra attraverso il cancello di un’abitazione privata. Dalla finestra della cucina di questa casa, si affaccerà una persona che vi strapperà dei biglietti spartani da un rullo di carta, e solo da questo momento sarà possibile fare una piccola passeggiata che porterà all’ingresso delle caverne. I turisti rimarranno stupiti dal fatto che non sarà possibile comperare nessun souvenir: solo piccole calamitine a 2 €.Insomma, una scelta particolare e controtendenza, che però vi darà modo di visitare queste caverne al meglio, privilegiando l’aspetto selvaggio di questi luoghi, non corrotto dall’anima del commercio e del turismo forsennato.

Nonostante queste divergenze, Mitchelstown non ha niente da invidiare alla Dunmore cave. Anche qui stalattiti, stalagmiti e colonne create dalla loro unione vi lasceranno esterrefatti. Tra questi la famosa “Torre di Babele”, che arriva a 9 metri di altezza.
Percorrendo le grotte al loro interno, si arriverà ad un’ampia stanza scavata nella roccia. E’ stato notato che questa apertura ha un’acustica sensazionale, per questo ogni tanto viene usata per dei piccoli concerti o spettacoli per non più di 50 spettatori. L’unico limite per questi spettacoli è che queste caverne non possono ospitare alcuni strumenti musicali, come i violini o i contrabbassi per via delle frequenze emesse. Il loro suono e le loro vibrazioni difatti potrebbero danneggiare la struttura della caverna e delle formazioni al suo interno.

 

 

Terminato il giro delle caverne, partiamo verso Blarney, altro luogo magico e molto conosciuto d’Irlanda.
Dopo una meta naturalistica, ritorna il nostro amore per i castelli. Un pranzo fugace in un pub del circondario e subito ci inoltriamo nei parchi di questo castello dove veniamo accolti da un suonatore di cornamusa in abiti tradizionali che ci catapulta nelle magiche atmosfere del Castello di Blarney, costruito nel 1446. 

Entriamo poco dopo al suo interno, visitando i suoi sotterranei dove Veronica si guadagna due bei bernoccoli come souvenir, per poi dirigerci verso ciò che rende questo castello uno dei più famosi di Irlanda. Il fiore all’occhiello di questo luogo, infatti, è la famosa “Blarney stone”, o Pietra dell’Eloquenza, incastrata nel muro più alto del castello, dove una volta passavano i camminamenti di ronda. La leggenda vuole che chiunque la baci riceva il dono dell’Eloquenza. Molti personaggi storici hanno voluto seguire questo “rituale”,  come Churchill, Stanlio e molti altri… Potevamo mancare noi? 😀
ovviamente no, così, armati  di buona pazienza e quadricipiti da leoni, saliamo tutti i 1200 gradini, ci sdraiamo sulla schiena con l’inserviente del castello che ci tiene per le gambe, scendiamo a testa in giù rimanendo sospesi con la testa nel vuoto e… Baciamo anche noi la pietra! 😀

Anche se quella della pietra è una leggenda e il castello pullulava di turisti, è stato molto bello e coinvolgente rispettare questa usanza!
Indubbiamente  la pietra è ciò che dona lustro al castello, tuttavia dobbiamo ammettere che non è l’unica attrazione. Difatti, basta percorrere i suoi circondari per vedere i particolari “Poison Garden”, ovvero dei giardini totalmente coltivati con piante velenose! 😀
Tra amanita muscaria, e altre pericolosità della natura, concludiamo la giornata riscaldandoci con un thè in uno dei locali vicini al Castello per poi dirigerci verso Killarney. Qui facciamo check-in nel B&B e scendiamo a piedi in città, dove rimaniamo particolarmente colpiti dai suoi colori e negozietti caratteristici. Ci fermiamo in una taverna del luogo e spendiamo la serata per le vie festose. I negozi erano aperti fino a tardi, e la serata era allietata da artisti di strada lungo il corso cittadino. Torniamo poi nel B&B, pronti per riposare in vista della giornata successiva.
Questo sarebbe stato il nostro alloggio per 3 notti, visto che avremmo usato questo luogo come base per i futuri spostamenti, data la sua posizione centrale.

 

Pubblicato da soffiodizefiro

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