Un giorno ad Ayutthaya – L’antica capitale del Regno del Siam

Il nostro primo giorno del nostro viaggio in Thailandia ha inizio davvero presto! Avevamo appuntamento con i ragazzi e la nostra guida del primo tour, quello che ci avrebbe portato al Nord della Thailandia, fino al confine con Laos e Birmania. Le cose da visitare erano tante, la giornata era già bel calda alle prime ore dell’alba, e noi eravamo curiosissimi di iniziare questo giro in un paese così lontano!

Programma della giornata era la visita ad Ayutthaya, antica capitale del regno del Siam, e poi Lopburi, chiamata anche “città della scimmia”, ma su questo torneremo dopo… La buona sorte ha voluto che ad accompagnarci in questo tour nella storia Thailandese fosse una guida bravissima, preparata, e pronta a raccontarci ogni dettaglio su ciò che saremmo andati a vedere. Già, Eddie è stato una guida d’oro che ha davvero dato quel “quid pluris” al nostro giro, riempiendo la traversata della Thailandia con aneddoti, curiosità e cenni non solo sulla storia e sull’arte, ma anche sulla cultura e sulla vita in questo luogo.

Ayutthaya - Wat Yai Chai Mongkhon
Ayutthaya – Wat Yai Chai Mongkhon

Ayutthaya è una delle città più antiche della Thailandia, e negli anni che vanno dal 1351 al 1767 è stata la capitale del Regno di Ayutthaya, chiamato anche Siam. Si trova su una zona pianeggiante lungo il corso del fiume Chao Phraya, lo stesso corso d’acqua che bagna l’odierna capitale, Bangkok, ma nel centro di Ayutthaya, i fiumi che si intersecano sono ben 3: Chao Phraya, Pa Sak e Lopburi, rendendo questa città un paradiso di fertilità. Per questo numerose popolazioni giunsero a popolare queste terre, rese fertili dall’acqua e dalle piogge abbondanti e resa fortificata dall’intersezione di questi fiumi che creano un perimetro difensivo naturale.

La fondazione di Ayutthaya si deve al principe siamese Ramathibodi che, a causa di un’epidemia gravissima che colpì la sua terra, decise di creare una nuova città dove far spostare la sua popolazione superstite. La scelta cadde proprio qui, dove prima sorgeva un antico insediamento Kmer e che grazie a lui, nel 1351 si apprestava a diventare una delle più grandi città del tempo. Fu l’inizio di una civiltà cosmopolita, con abitanti di origini Thai, Khmer, Mon, Cinesi, Malesi ed Indiane.

Questa città, al tempo, era vicinissima al mare, e proprio questa caratteristica permise ad Ayutthaya di affacciarsi su quello che noi oggi chiamiamo Golfo del Siam, consentendole di diventare punto di scambio per i traffici commerciali con Cina, paesi arabi, e pian piano coloni europei e potenze occidentali.

Ayutthaya - Wat Yai Chai Mongkhon
Ayutthaya – Wat Yai Chai Mongkhon

Nonostante negli anni, i regnanti più illuminati e gli scambi culturali con l’estero, permisero ad Ayutthaya di crescere, ampliarsi, all’insegna delle costruzioni e dell’arte, una triste costante per queste terre fu la lotta continua con le belligeranti popolazioni vicine, che la vedevano ambiziosa preda per le sue ricchezze ed i suoi preziosi. Khmer e Birmani erano ingolositi da quella ricchezza naturale e quell’oro dilagante.

Mentre Ayutthaya si impose come capitale del Buddhismo Teravada, e copriva interamente i suoi Buddha con oro e pietre preziose, i nemici la depredavano di continuo, arricchendosi con i gioielli e i metalli sottratti. Fu con l’assedio di Alaungpaya che i Birmani si impossessarono della capitale, facendo allontanare dalla città tutti gli stranieri ad eccezione dei missionari. Tra continue razzie e con la perdita dei commerci con l’occidente, iniziò il degrado di Ayutthaya che capitolò il 7 aprile 1767.

I Birmani entrarono nella città, e la depredarono di tutto. Oro, pietre, gioielli, manoscritti rilegati in oro furono portati via e dati alle fiamme. La preziosa patina d’oro che copriva le statue fu fatta sciogliere o sottratta con la forza. Ayutthaya fu abbandonata, nel 1782 Bangkok fu nominata nuova capitale, e la giungla crebbe attorno queste costruzioni.
Solo nel 1991 verrà riportata all’antico splendore grazie alla dichiarazione di Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ma ancora oggi i segni delle razzie birmane sono deducibili dal colore nero dell’oro ormai disciolto, rimasto sui Buddha e dallo stato di ruderi di molti templi e pagode.

Ayutthaya – Wat Yai Chai Mongkhon

La prima zona che abbiamo avuto modo di visitare è stata quella del tempio di Wat Yai Chai Mongkhon. Già da lontano è possibile vedere l’ampio chedi (struttura principale del complesso), ergersi imponente. Fu costruito nel 1360 da Re Naresuan il Grande per celebrare la vittoria dei suoi elefanti sulle popolazioni Birmane. Oggi vi risiede una grande comunità di Monache che ne curano i giardini e gli edifici. La nostra guida ci spiegò che il colore delle vesti delle monache è differente dall’arancione dei monaci. Le monache, difatti, sono vestite in bianco.

Questo complesso, come in realtà molti dei templi visitati, sono ancora meta di culto e preghiera per i fedeli. Essi, tutte le mattine, portano le loro offerte al tempio: cibo, sigarette, fiori, medicine. Queste offerte saranno il sostentamento dei monaci che curano questi luoghi, che vivono di questa carità.
La nostra guida Eddie, ormai nostro amico, ci spiegò l’importanza di questo donare buddhista: “il mondo ci ha donato due occhi, per osservare. Due orecchie, per ascoltare. Due narici, per annusare. Due mani, per donare al prossimo. Ma una sola bocca, per parlare “.
Affascinante, no?

Nulla in questi tempi è casuale. Attorno alla struttura principale, è possibile vedere delle statue più piccoli del Buddha. Essi contengono le urne dei monaci o dei fedeli deceduti, che per loro tradizione vengono fatti cremare. I parenti o amati di questi defunti, portano offerte anche a loro. Coprono la statua con queste bende gialle consacrate, per onorarne la memoria.


Ayutthaya – Wat Mahathat

Simbolo delle potenti razzie Birmane, questo tempio fu raso al suolo da questi nemici bellicosi ed oggi giace per lo più in rovina anche se grandi dimensioni dell’area ci fanno già immaginare quanto questo luogo fosse stato grande ed imponente.

Come segno di sfregio, quando i Birmani saccheggiavano queste zone, tagliavano la testa dei Buddha e delle strutture adibite a culto. Disgraziatamente, pare che giunse alla voce di trafficanti che qualcuna delle statue del complesso fosse in oro massiccio. Così, oltre alle razzie storiche dei birmani, queste statue furono desiderio ambito di loschi individui che di notte venivano a decapitare questi Buddha per scoprire se fossero davvero di oro massiccio e per rivenderli. Arrabbiati e delusi, quando questi farabutti non trovavano ciò che cercavano, lasciavano cadere a terra questi pezzi di Buddha, lasciandoli all’incuria.

Per un curioso scherzo del destino, un albero è cresciuto prepotentemente attorno una di queste teste lasciate alla rovina, inglobandola e rendendola un luogo affascinante!!

Ayutthaya - Wat Mahathat
Ayutthaya – Wat Mahathat

Ayutthaya – Wat Lokayasutharam

Di Buddha in Thailandia, ne son pieni tempi, case, luoghi, vie, santuari, nono solo Ayutthaya… Ci sarebbe da dedicare un intero paragrafo a questo!
Ma vi anticipiamo che il Buddhismo dà una grande importanza alla posizione del Buddha e ai suoi colori. Colui che desiderava costruire un tempio o una statua, la faceva secondo la posizione del suo giorno di nascita, ed ogni giorno aveva una sua caratteristica! Da uscirne pazzi… Ma vi racconteremo anche questo! 😀


Qualche consiglio per organizzare una giornata ad Ayutthaya:

Ayutthaya è facilmente raggiungibile da Bangkok. Noi lo abbiamo fatto in autobus, ma se preferite, potete prendere il treno o accodarvi a qualche tour che parte dal vostro Hotel.
Una volta in loco, potrete girarla a piedi o in bicicletta.
Merita una visita, ed è davvero caratteristica!

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Pubblicato da soffiodizefiro

Siamo Veronica e Carlo e da quando le nostre vite si sono unite abbiamo deciso di condividere le nostre avventure con il popolo del web. CONTATTI: [email protected] www.facebook.com/soffiodizefiro

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